La Storia di alcuni Prodotti tipici Cuneesi


Alessandro Marini
05/12/23
Storia
Forme di Castelmagno
Molto spesso la storia dei prodotti alimentari come il formaggio, i salumi, la pasta, i dolci... è poco considerata, ma è estremamente interessante e perciò citeremo alcuni esempi di prodotti tipici cuneesi. Partiamo con il rinomato formaggio Castelmagno, la cui zona di produzione corrisponde a quella dell'omonimo comune montano in provincia di Cuneo e dalla storia molto antica. Infatti, si ritiene che la produzione di questo formaggio risalga agli inizi dell'XI secolo, sebbene il primo documento sia datato 1277, in cui si stabilisce che il comune di Castelmagno si impegnava a versare al marchesato di Saluzzo, il feudatario del luogo, un certo numero di forme di formaggio come canone annuale. Un altro formaggio molto conosciuto è sicuramente la fontina che secondo la tradizione sarebbe nata nel 1270, anche se la prima testimonianza iconografica, presente in un affresco del castello di Issogne in Valle d'Aosta, risale al XV secolo. La prima citazione della fontina è del 1477 nella Summa lacticinorum di un medico vercellese. Chiudiamo il capitolo dedicato ai formaggi con il bra, la cui origine risalirebbe al XIV secolo ed ha tale nome in quanto il comune di Bra nel Medioevo era il centro di commercio e stagionatura dei formaggi della provincia di Cuneo e non solo. Oltre ai latticini la nostra provincia può vantare la presenza di altri prodotti gastronomici come le risole, dolce inventato dal pasticcere Comino di Mondovì, forse ispirandosi ad un antico fine pasto nizzardo, a base di sfoglia e marmellata di mele. Le paste di meliga, invece, sono un biscotto originario del cuneese ed in particolare del monregalese, ma diffuse in buona parte del Piemonte, specialmente nel torinese. Non si sa a quando risalgono esattamente, ma sono sicuramente di origine antica, la cui nascita è da ricercare nel mondo contadino, in cui erano frequenti le carestie. Perciò si affermò questo frollino a base di fior di farina, a cui venne aggiunta la farina di mais macinata finissima, come quella usata per la polenta. Invece, per quanto riguarda il bonet, vi rimando ad un nostro articolo passato. In ogni caso, per riassumere velocemente, il Il bonet, che si legge bunèt, è un dolce tipico piemontese a base di latte, uova, cacao, amaretti, rum ed infine ricoperto di caramello. Le sue origini si perdono nel tempo, ma sembra sia nato tra le Langhe e il Monferrato, intorno al XIII secolo, come conclusione dei sontuosi pasti delle classi agiate. Il nome è usato fin dal XVIII secolo, sebbene la prima testimonianza scritta la si ritrovi nel vocabolario piemontese-italiano del 1859 di Vittorio di Sant’Albino. Tuttavia, come saprete, il cacao è stato portato in Europa dall’America da Cortés soltanto nel 1528, mentre in Italia arrivò e si diffuse nel corso del XVII secolo, quindi ben dopo la presunta nascita del dolce in questione. Infatti, la prima versione di questo dolce era in realtà effettuata senza il cacao. Ancora oggi la versione “bianca” è chiamata “monferrina” ed è abbastanza diffusa. Infine, mi sento in dovere di menzionare gli agnolotti al plin, di cui sembrerebbe fosse ghiotto il grande Piero Angela. I plin, sono molto diffusi in tutto il Piemonte, ma sembrerebbe che siano nati nel Novecento nel mondo contadino e povero delle Langhe. Infatti, le massaie per ridare una seconda vita agli avanzi di carne, erano solite a chiudere con un pizzico, da qui il nome plin in piemontese, l'agnolotto. In passato era abitudine servirli su un tovagliolo senza condimenti, oppure in una tazza immersi nel vino rosso, anche se oramai sono poche le famiglie che sono solite a consumarli in questa maniera. Ovviamente, ci sarebbe da scrivere molto in merito ai vini che offre il nostro territorio, specialmente quello delle Langhe, ma abbiamo deciso che dedicheremo all'argomento un articolo separato.
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