La Storia del Castagno

Alessandro Marini

05/06/23

Storia

Foto di una pianta di castagno

Le piante da frutto, così come tutti gli alimenti, sono molto importanti per comprendere la storia, o meglio per comprendere le abitudini a tavola dei popoli passati. D’altronde, è anche in base alla disponibilità di cibo e quindi di vegetali che una civiltà può nascere ed eventualmente prosperare. Non solo, il cibo plasma le culture e noi italiani questo lo sappiamo bene, sebbene nel recente passato qualche giornale americano volesse appropriarsi di alcune nostre tradizioni culinarie e quindi "rubare" una parte della nostra ricchissima storia. Per tale motivo, per meglio comprendere le abitudini alimentari del passato, oggi parliamo della storia del castagno. Il frutto del castagno, ossia la castagna è stata per secoli se non millenni, uno degli alimenti più importanti per i contadini. Pensate solo al fatto che mia nonna era solita ribadire che se in inverno non ci fossero stati castagne e latte, lei e la sua famiglia avrebbero fatto la fame. In particolare, durante la seconda guerra mondiale, la castagna permise a molte famiglie di potersi sfamare. Le castagne si raccolgono in autunno, ma nei secoli scorsi, per averle come risorse durante l’inverno, specialmente sulle Alpi e sugli Appennini dove l’inverno è particolarmente rigido, venivano fatte essiccare.

Le castagne furono una risorsa preziosa fin dai tempi degli antichi Liguri, ma la diffusione su larga scala in Europa ebbe inizio solo con i Greci e fu ampliata dai Romani, proseguendo ininterrottamente nel corso del Medioevo. La diminuzione del castagno ebbe inizio nel Rinascimento, presumibilmente in concomitanza con il progresso tecnologico in agricoltura e con il crescente sviluppo della cerealicoltura. Fino all’Ottocento il castagno subì un lento e progressivo abbandono, nonostante si verificassero espansioni di portata locale che, nel corso dei secoli, fecero variare la distribuzione della castanicoltura, specialmente in Italia. Alla fine dell'Ottocento iniziò il declino vero e proprio della castanicoltura, protraendosi per decenni a causa del concorso di molteplici cause. In primis, l'evoluzione delle abitudini alimentari delle popolazioni europee, ma anche l'introduzione di materiali alternativi al legno di castagno, come il ciliegio, oppure il metallo e la plastica. Oggi, sebbene il castagno sia una pianta molto presente nell’arco alpino e lungo il versante tirrenico, è però rimasta una parte importante nella cucina e nelle tradizioni culinarie solo in alcune regioni italiane, tra cui il Piemonte dove sono molto diffuse le feste di paese a tema caldarroste, ossia le castagne arrostite, ma anche in Lombardia, Liguria, Toscana, Campania e Basilicata.

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