La Battaglia di Mondovì


Alessandro Marini
11/10/23
Storia
Dipinto che ritare la battaglia del Brichetto e sullo sfondo è visibile la collina di Mondovì piazza.
La battaglia di Mondovi', dai monregalesi meglio conosciuta come "la battaglia del Bricchetto", venne combattuta il 21 aprile del 1796 fra l'esercito francese, comandato dallo stesso Napoleone e quello austro-piemontese. La battaglia di Mondovì si combattè dopo che le truppe austro-piemontesi vennero battute nelle battaglie di Montenotte, Millesimo e Dego. La conseguenza fu che il grosso della fanteria piemontese decise di ripiegare nei pressi di Mondovì, dal momento che lì vi era una cittadella militare, sebbene alcuni soldati si asserragliarono nel baluardo di Ceva. Tuttavia, proprio nei pressi di Mondovì, per la precisione lungo i suggestivi e dolci colli che si alzano fra quest'ultima e la vicina cittadina di Vicoforte, i due eserciti entrarono in un aspro conflitto, forse inaspettato data l'avanzata fulminea dei francesi, arrestata solo brevemente a San Michele. Iniziava così la battaglia di Mondovì. Con l'arrivo della cavalleria del regno di Sardegna, messa a protezione della fanteria in ripiegamento, Napoleone decise di far scendere in campo anche la sua, comandata dal generale Stengel e dall'allora colonello Murat, futuro re di Napoli. Tuttavia, due squadroni di "Dragoni del Re" caricarono con slancio e coraggio sbaragliando i nemici, tant'è che questi nello scontro persero il loro generale. In quest'impresa il cornetta, avendo rotto la sciabola, usò l'asta dello stendardo per colpire i nemici. Nonostante il valoroso episodio, che determinò una delle pochissime sconfitte della cavalleria napoleonica, la strenua resistenza dei granatieri sabaudi non portò a molto altro. Infatti, le truppe del regno di Sardegna si arresero subito dopo che i francesi iniziarono a bombardare la parte alta della città cuneese, dove si erano asserragliate e dove difficilmente sarebbero state conquistate, se non dopo un lungo assedio, nondimeno il cannoneggiamento avrebbe distrutto gran parte di Mondovì e provocato innumerevoli morti e feriti. Dopo la resa avvenne un fatto curioso: il governatore cittadino che andò incontro al vittorioso Bonaparte, gli parlò in francese, ma questi gli rispose di parlare in italiano, poichè lo era anche lui. Nondimeno, gli invasori saccheggiarono e compirono numerosi altri crimini nei luoghi appena conquistati, in particolar modo nella parte bassa della città.
Nel luogo dello scontro vengono ancora oggi ritrovati proiettili di diversi calibri, anche se in numero minore rispetto al passato e a volte anche fibbie e bottoni delle divise appartenute ai militari.
Fonte: Amedeo Michelotti, Storia di Mondovì, ristampa anastatica a cura del Rotary club di Mondovì.
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