Il Conte Verde


Alessandro Marini
10/09/23
Storia
Dipinto ritraente il Conte Verde.
Amedeo VI, conosciuto presso le corti d'Europa come il Conte Verde, fu il diciassettesimo Conte di Savoia e Moriana nonchè, la prima grande personalità sabauda.
Nacque nel 1334 nel castello di Chambery, l'allora capitale della contea, che rimase tale finchè Emanuele Filiberto non decise di spostarla a Torino nel 1563. Amedeo regnò per quarant'anni, dal 1343 fino al 1383. Il soprannome Conte Verde gli venne affidato ad un torneo del 1353, dal momento che lui e la sua cavalcatura erano ricoperte di zendale verde. Questo appellativo fu un segno distintivo, che abbinato alla scaltrezza diplomatica, al carattere forte e al pragmatismo, facendone uno dei principi più illustri e considerati di quegli anni turbolenti, contraddistinti, oltre alle ovvie e consuete lotte dinastiche, dalla guerra dei cent'anni, dallo scisma della chiesa d'Occidente e dalla peste nera. La sua abilità stava nel capire quando allearsi, con chi e quando farlo. Ed è proprio la vicinanza con la Francia che lo portò ad avere un rapporto privilegiato con il re Giovanni II, con cui combattè nella già ricordata guerra dei cent'anni e successivamente scese in battaglia anche con il figlio di Giovanni, Carlo V, di cui diverrà cognato. Nonostante quanto appena detto, per evitare di essere assorbito dall'influenza francese, si alleò con l'imperatore Carlo IV che nel 1365 lo investì del titolo di vicario imperiale.
Detto ciò, Amedeo VI è ancora un cavaliere medievale, sia da un punto di vista militare, dal momento che venne allenato nell'arte della scherma e del cavalcare, che morale, in quanto apprese l'etica del codice dei paladini. A riprova della sua indole cavalleresca sono le innumerevoli campagne militari a cui prese parte. La più celebre è sicuramente quella contro gli Ottomani, la cui espansione minacciava Costantinopoli e quindi la cristianità, di cui il conte aspirava ad ergersi protettore. Tuttavia, l'imperatore bizantino Giovanni V Paleologo, cugino di Amedeo, finì prigioniero del re di Bulgaria e perciò la campagna contro i Turchi si tramutò in una missione di salvataggio, ma che fortunatamente ebbe successo e che portò comunque alla restituzione di Gallipoli all'Impero.
Grazie alle sue abilità strategiche, diplomatiche e cavalleresche, la contea acquisì le strategiche città di Saluzzo, Cuneo e Biella, oltre a molti castelli nel Vercellese, Canavese e Chivassese, quest'ultimi conquistati nell'ambito della guerra contro Galeazzo Visconti, signore di Milano. Il conte sabaudo morì nel 1383 di peste, nei pressi di Campobasso, mentre si apprestava a muovere guerra contro i nemici di Luigi II d'Angiò, re di Napoli. Con lui i Savoia ed in particolare il Piemonte conobbero un periodo di splendore che non si vedeva dai tempi del re d'Italia Arduino d'Ivrea, il quale governò dal 1002 al 1014. Alcuni storici sostengono che il blu Savoia, ossia il colore simbolo dell'Italia, sia legato ad Amedeo VI, il quale prima di salpare in aiuto di Giovanni V, volle che sulla sua nave ammiraglia, accanto allo stendardo rosso crociato sabaudo, sventolasse una bandiera azzurra.
Fonte (di cui consiglio la lettura) Gianni Oliva, "I Savoia Novecento anni di una dinastia", Mondadori Libri S.p.a, Milano, 2017.

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