I Salassi

Alessandro Marini

10/07/23

Storia

Foto ritarenti statue di antichi Celti

I Salassi, il popolo che resistette a Roma

Oggi scriviamo dei Salassi, ma tranquilli non della pratica medica, bensì della tribù celtica che per ultima si arrese a Roma, fatta eccezione per il regno semi-indipendente dei Cozii, di cui vi abbiamo già raccontato. Tuttavia, i Cozii erano pacifici e amici di Roma, al contrario dei Salassi con cui la città fondata da Romolo fu per molto tempo in guerra, ossia fino a quando non li sconfisse definitivamente nel I secolo a.C., rendendoli inermi, anche attraverso l’uccisione di molti membri della tribù.

I Salassi furono un antico popolo di origine celtica, stanziato storicamente nella zona del Canavese, indicativamente il territorio compreso fra Ivrea, il Po e le Alpi Graie. Oltre a praticare l’agricoltura e l’allevamento, questo popolo celtico era dedito all’estrazione dei metalli, specialmente dell’oro, la cui presenza nel Canavese era al tempo modesta. Proprio la presenza di oro nel territorio, fu probabilmente una, se non la causa principale, che spinse i Romani a cercare di conquistarlo, oltre ovviamente alle vie di comunicazioni che collegavano la Gallia Cisalpina con quella Transalpina. Nel 143 a.C. avvenne il primo scontro fra Romani e Salassi, in cui i primi, comandati dal console Appio Claudio Pulcro, vennero sonoramente sconfitti. Nei decenni successivi le campagne militari si susseguirono, ma i Salassi mantennero, come scrisse Strabone, una potenza pressochè inalterata e recavano molti danni a quanti cercavano di passare i loro monti. Intorno alla metà del I secolo a.C. si stabilirono sulle vette alpine dell’attuale Valle d’Aosta, più nel dettaglio nei pressi del Gran San Bernardo, da dove erano difficilmente attaccabili. Al sicuro tra le alte vette, facevano pagare pedaggi a chiunque volesse attraversare i passi da loro controllati.

Con Ottaviano, non ancora Augusto, la situazione cambiò. Nel 35 o nel 34 a.C. venne inviato contro di loro, in qualità di legatus pro praetore, Gaio Antistio Vetere che riuscì prima a prendere il controllo dei passi alpini e poi, dopo due anni di assedio, riuscì a far arrendere i Celti. Dopo di ciò, venne loro imposta la presenza nel loro territorio di una guarnigione romana stabile. Tuttavia, appena il comandante lasciò la provincia, i Salassi insorsero scacciando la guarnigione. Uno o due anni dopo perciò, venne incaricato Marco Valerio Messalla Corvino di mettere fino all’indipendenza del bellicoso popolo celtico. Il generale riuscì però solo in parte a vincerli, visto che sarà Aulo Terenzio Varrone Murena nel 25 a.C. a sottometterli definitivamente, attuando la tattica, stando alle parole di Cassio Dione, di attaccarli in più punti contemporaneamente, evitando così che potessero unire le forze. Secondo Strabone furono deportati più di trentaseimila prigionieri. Ai pochi superstiti venne concessa la cittadinanza romana. Nel luogo in cui sorse l’accampamento di Terenzio Varrone, come spesso accadeva, sorse la città di Augusta Praetoria Salassorum, oggi Aosta, in cui vennero inviati tremila coloni Romani. Oggi la loro eredità permane in alcune locuzioni del dialetto valdostano e canavesano, come Bletsé (mungere), Barma (riparo naturale sotto una roccia), Brènva (larice), Daille (pino silvestre), Bèrrio (grande roccia o grossa pietra) …


  • Fonti:

  • Gli antichi popoli del Piemonte;

  • Strabone IV 6-7;

  • Cassio Dione. 

 


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