I Re d'Italia


Alessandro Marini
05/02/24
Storia
Foto della Corona Ferrea
Sebbene spesso si legga, o si studi, che Odoacre fu re d'Italia, in realtà ciò è sbagliato, poichè lui non usò mai tale titolo. Odoacre era il re degli Eruli, nonchè patrizio d'Italia, in qualità di vicario dell'Imperatore d'Occidente, fino al 480 e poi, con la morte di Giulio Nepote, per quello d'Oriente. Lo stesso valse per Teodorico, succeduto ad Odoacre, con i titoli di re degli Ostrogoti e patrizio d'Italia. Il fatto che i re barbarici si indicassero come re di un popolo e non di un territorio, non deve stupire, dal momento che era una loro consuetudine, dal momento che erano popoli che si spostavano spesso. Infatti, i popoli e le tribù germaniche quando si stanziavano in una nuova terra, non applicavano le loro consuetudini, essendo arrivati alla codificazione scritta del loro diritto solo tempi dopo essere entrati in contatto con il mondo romano, alla popolazione sottomessa, la quale poteva continuare ad usare i propri istituti e consuetudini, come avvenne in Italia dopo l'arrivo dei Longobardi. Proprio con la giunta dei Longobardi in Italia, avvenuta nel 568, guidati dal loro re Alboino, si interruppe la consuetudine che voleva l'Italia governata da un vicario imperiale, che rispondeva, seppur solo formalmente, all'imperatore di Costantinopoli. Infatti, Alboino divenne Dominus Italiae, ossia conquistatore e governatore dell'Italia, benchè il suo dominio era confinato nella parte settentrionale della penisola. Successivamente, i Longobardi conquistarono quasi tutta l'Italia, dando vita a ducati secolari, come quelli di Benevento e Spoleto e lasciando in eredità opere artistiche e architettoniche di assoluto rilievo, oltre a nuovi istituti giuridici e a centinaia di nuovi termini che, anche se indirettamente, hanno plasmato la nostra cultura. A partire della fine del VII secolo, i regnanti longobardi cercarono di presentarsi come "rex totius Italiae", ma seppur nei fatti nessuno ci riuscì, alcuni si avvicinarono all'unificazione del popolo latino e longobardo, tra cui Grimoaldo, Liutprando, che regnò dal 712 al 744 in un periodo di prosperità e l'ultimo dei successori di Alboino, Desiderio. Una volta sconfitto Desiderio nel 774, Carlo Magno ebbe la strada spianata per essere incoronato nell'800, da Papa Leone III, come "Imperatore dei Romani", nonchè "Re dei Longobardi". A partire da Lotario I, nipote di Carlo Magno, l'uso del titolo di re dei Longobardi inizia ad essere sempre meno utilizzato rispetto a quello di Regnum Italiae, ossia re d'Italia, finchè non venne del tutto abbandonato. Infatti, il diritto di fregiarsi del titolo di re d'Italia si riteneva spettare, per tutto il resto del Medioevo e fino a Carlo V, incoronato a Bologna con la Corona ferrea nel 1530, al Sacro Romano Imperatore, ad eccezione della parentesi con Arduino I d'Ivrea, re degli italici dal 1002 al 1014. Dopo Carlo V il titolo venne riusato da Napoleone nel 1805 e poi dal figlio Napoleone II. Dopo una nuova interruzione fu ripreso da Vittorio Emanuele II di Savoia nel 1861, mettendo così fine al Risrogimento e attuando la riunificazione dell'Italia, dopo più di mille anni. L'ultimo Re d'Italia è stato Umberto II, chiamato anche Re di maggio, avendo regnato per poco più di un mese, dal 9 maggio al 18 giugno del 1946.
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