I castelli di Verrès e di Introd

Alessandro Marini

02/10/23

Storia

In foto il castello di Introd

Recentemente sono stato in Valle d'Aosta, una regione che affascina i visitatori, me compreso, per le splendide montagne, per il buon cibo, ma specialmente per i suoi castelli medievali arroccati tra le vette. Per tale ragione ho deciso di soffermarmi su due dei forti che ho visitato nell’ultimo viaggio e che maggiormente si differenziano dalle altre, ossia quelle di Verrès e d’Introd. Il primo per il suo essere rimasto fortezza medievale e militare ed il secondo per essere, quando l’ho visitato, per essere ancora di proprietà di privati, ma da ottobre di quest’anno è passato alla regione. Inoltre, nei due castelli sopracitati ho avuto modo di avere brevi scambi con due guide molto preparate e quindi ho deciso di proporre parte di ciò che ho appreso nelle visite.

Iniziamo con il castello di Verrès che domina il borgo omonimo e che in età romana fu un importante centro di produzione vetraria. Il castello di Verrès è citato per la prima volta nel 1287 e risulta proprietà dei signori De Verretio. I De Verretio furono una delle più antiche famiglie nobili valdostane e nel corso del XIII secolo, insieme ad altre casate fedeli ai Savoia come i De Arnado, signori del castello di Arnad, iniziarono una lotta contro il vescovo d’Aosta che culminò in alcuni assedi. In una data a noi sconosciuta, passò agli Challant. Stando a quanto emerso dagli archivi di Torino, la famiglia Challant apparve per la prima volta ad Aosta nel corso dell'XI secolo, quando ottenne da Umberto Biancamano il governo del comitato augustano per suo conto, concedendo alla famiglia quindi il titolo di visconte di Aosta. Il nome Challant venne però usato per la prima volta da Bosone II, nipote di Bosone I, dopo avere ricevuto dai Savoia il castello di Villa e la Signoria di Challant. Gli Challant furono talmente potenti che Luigi di Challant ebbe come padrino Luigi XI di Francia. Tuttavia, un’iscrizione scolpita in caratteri gotici attesta che fu Ibleto di Challant nel 1390 a terminare i lavori al castello di Verrès e che fecero assumere all’edificio l’aspetto attuale. Ibleto morì a settant’anni, ma costruì il castello a quarantadue, quindi aveva già una certa età per gli standard dell’epoca e perciò nell’edificazione del forte racchiuse le sue conoscenze militari, ma aggiunse dei tocchi artistici, dal momento che lui visse in questa residenza. Per abbellirlo ulteriormente, è riscontrato che venivano appesi arazzi sulle pareti interne. Il castello controllava un passo della Via Francigena e ciò era fonte di guadagni, in quanto controllava un territorio assai strategico. Nel forte, intorno XIV secolo, vivevano una cinquantina di soldati. Nel 1536 Renato di Challant rinnovò l’apparato difensivo del maniero, adattandolo all’uso delle moderne armi da fuoco. Forse il castello disponeva di otto cannoni, ma non si hanno certezze in quanto non è giunto nessun inventario riguardante l’armamento o il mobilio presente in esso. Tuttavia, alla sua morte senza eredi di sesso maschile, il castello venne incamerato dai Savoia. Nel 1661 il duca Carlo Emanuele II ordinò di smantellare gli armamenti e di trasferirli al forte di Bard, punto ben più strategico e da dove concentrare la difesa della Valle d’Aosta. Infatti, sebbene un tempo il forte di Verrès fu un punto di grande interesse strategico, i tempi cambiano, così come cambiano le esigenze difensive ed il forte di Bard divenne una soluzione migliore.

Detto ciò, ora descriveremo il castello d’Introd. Il Castello di Introd, o meglio il suo nucleo primitivo, risale al XII secolo, quando era costituito da un mastio centrale a pianta quadrata e forse da una palizzata in legno. Il mastio era usato come difesa in caso di aggressione armata, organizzata da qualche signorotto locale, che per qualche ragione decideva di compiere una scorreria e saccheggiare il villaggio e le terre circostanti, seppur povere ed impervie. La torre però, non è mai stata abitata e ancora oggi svetta al centro del complesso. Si ritiene che ad inizio XIII secolo il feudo appartenesse ad Ugo di Bard, sebbene il motivo per cui avesse un fondo così lontano dal centro del suo potere non è noto, ma infatti sembrerebbe che non fosse molto interessato al complesso. Ugo di Bard, intorno al 1230, si rifiutò di giurare fedeltà ai Savoia, che nel frattempo avevano messo gli occhi sui suoi estesi possedimenti e perciò venne esiliato. Tuttavia, non è sicuro che ciò sia stato conseguenza di un conflitto armato, che sarebbe risultato dispendioso e gravoso per entrambe le parti, ma l’ipotesi più accreditata è che la cessione delle sue proprietà sia avvenuta a seguito di un accordo economico. Quanto appena scritto ci ricorda che il Medioevo non fu un’epoca in cui solo le guerre potevano risolvere dispute e conflitti. In ogni caso, la sua discendenza darà origine ai casati dei Sarriod de la Tour e dei Sarriod d'Introd. La storia moderna della residenza d’Introd è una storia di declino, come spesso accadde. Ad inizio XX secolo il castello era in condizioni precarie ed una parte del castello addirittura bruciata ed inabitata. Nel 1910 il castello fu venduto dall’ultimo discendete della stirpe dei Sarriod ad un banchiere di Torino, a causa degli ingenti debiti accumulati per la passione sfrenata verso il gioco d’azzardo. Infine, è degno di nota sottolineare la presenza, nelle vicinanze del castello, di quelle che probabilmente furono le antiche scuderie, costruite nel XV secolo. Il complesso è oggi conosciuto come cascina Ola ed abitata da privati. Ciò che colpisce della cascina Ola è lo stile architettonico alquanto caratteristico.


 

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