Galla Placidia


Alessandro Marini
12/02/24
Storia
Dipinto tradizionalmente attibuito a Galla Placidia
Galla Placidia fu Augusta dell'Impero e a mio modesto avviso una tra le donna più importanti della storia antica, ma forse poco considerata, un po' come tutta l'epoca tardo antica. Galla Placidia nacque presumibilmente nel 392 d.C. ed era la figlia dell'imperatore Teodosio e della sua seconda moglie Galla, figlia a sua volta dell'imperatore Valentiniano I. Il suo nome appare per la prima volta nelle cronache riguardanti la sua partecipazione alla condanna a morte di Serena, figlia di un fratello di Teodosio e moglie del generale Stilicone, anch'ella abile donna politica. In realtà, stando a studiosi contemporanei la morte di Serena non sarebbe riconducibile a Galla Placidia. L'Augusta era bella, intelligente e non aveva una salute cagionevole, ma un carattere forte e deciso, a differenza dei fratelli Onorio e Arcadio, rispettivamente imperatori dell'impero d'Occidente e d'Oriente. La sua storia è inevitabilmente legata al sacco di Roma del 410 d.C., il quale sconvolse il mondo intero e gettò nello sconforto i cittadini romani, poichè nessuno pensava che Roma fosse vulnerabile e potesse cadere. Infatti, l'ultima volta che Roma venne saccheggiata fu nel IV secolo a.C., con Brenno e i suoi Galli. In quei giorni di agosto del 410, Galla si trovava a Roma, dove probabilmente risiedeva, sebbene i fratelli si trovassero a Ravenna e Costantinopoli, ma con cui non andava d'accordo. A Roma fu rapita dai Visigoti di Alarico. Onorio, secondo le fonti dell'epoca, non rimase sconvolto dal sacco della città, anche se non appena gli venne comunicato che Roma era finita, lui non ci credette, sostenendo che aveva beccato dal suo palmo cinque minuti prima; evidentemente il primo pensiero che ebbe Onorio era riferito alla sua adorata gallina di nome Roma, d'altronde per lui i polli erano una ragione di vita maggiore rispetto al governo di un glorioso impero. Fatto sta che un sussulto lo ebbe alla notizia del rapimento della sorella, ciò fu dato più che dall'amore che provava nei suoi confronti, da un senso di oltraggio al prestigio imperiale. Per tali ragione ne chiese la restituzione con insistenza ed in un primo momento Alarico pensò ad acconsentire, ma poi decise di intavolare una negoziazione con l'imperatore. In più, la principessa si era innamorata del fratello di Alarico, Ataulfo, il quale ricambiava tale sentimento, anche se ciò poteva essere facilitato dalle conseguenze politiche che sarebbero potute scaturire. Infatti, Ataulfo ebbe da sempre l'ambizione di sostituire l'Impero romano, con uno di stampo gotico, però il principe barbaro capì, entrando in contatto con la cultura latina che quanto sognava non era realizzabile, senza un ibridazione sociale e culturale con Roma. Sempre secondo i suoi piani, tale commistione avrebbe potuto rilanciare l'Impero, da troppo tempo in decadenza. La nascita di un figlio tra Galla Placidia e Ataulfo, avvicinò la possibilità di avere un impero romano con forti connotazioni gotiche, ma il neonato, morì poco dopo la sua venuta al mondo. Dall'altro canto, Onorio non aveva più un erede maschio, per giunta di sangue romano-barbarico che avrebbe potuto portare stabilità all'interno e all'esterno dello stato romano, unendo i due popoli, come già aspiravano il padre Teodosio e il suo generale Stilicone. Tuttavia, dopo poco, morì anche Ataulfo in una congiura. Si susseguirono giorni turbolenti in cui si succedettero Sigerico, mandante dell'assassinio di Ataulfo e Valia, a sua volte mandante dell'uccisione del predecessore, il regno Visogoto, trovò una certa stabilità. Galla Placidia ritornò a Ravenna, dove si sposò con Flavio Costanzo, generale abile e fedele ad Onorio, con cui condividerà il trono per un breve periodo nel 421 d.C., ossia fino alla morte improvvisa del generale. Dal matrimonio nacquero due figli: Giusta Grata Onoria e il futuro Valentiano III.
Dopo la morte del secondo marito e co-imperatore Flavio Costanzo, Galla Placidia dovette subire, forse, una pretesa di matrimonio dal fratellastro Onorio e perciò, decise di fuggire a Costantinopoli dal nipote Teodosio II. La teoria più accreditata sul motivo della sua partenza da Ravenna, riguarderebbe un conflitto con il fratello sul generale a cui avrebbero dovuto affidare le sorti dell'impero, sempre più in difficoltà. Per evitare una guerra civile, Galla lasciò l'Italia con i due figli. Poco dopo, nell'estate del 423, Onorio morì senza eredi. Come alcuni studiosi scrissero, fu un imperatore senza infamia e senza lodi, semplicemente perchè non si preoccupava delle questioni di stato, se non quando non poteva fare altrimenti e con risultati alquanto modesti. D'altronde, lui si ritrovò sul trono del più grande impero del tempo che era ancora un bambino e forse mai avrebbe voluto una così alta responsabilità. In ogni caso, la lontananza da Ravenna del nobilissimo Valentiniano favorì l'usurpazione di Giovanni, notaio di corte, acclamato dal senato a prendere la porpora. Nondimeno Teodosio II, che avrebbe potuto riconquistare lui stesso le terre romane d'Occidente, scelse di perorare la causa del piccolo Valentiniano e della zia Galla Placidia, inviando in Italia ingenti contingenti militari. Giovanni fu deposto e venne incoronato Valentiano III dopo un sontuoso corteo partito da Ravenna e arrivato sul Campidoglio, dove il piccolo imperatore di sette anni vestì la porpora, indossò il diadema e venne proclamato Augusto. Galla Placidia nei primi anni di regno del figlio dovette affrontare i conflitti fra Felice, Ezio e Bonifacio. Tali conflitti provocarono di fatto la perdita della ricca Africa, la provincia considerata il granaio di Roma, a vantaggio dei Vandali. In più causarono la distruzione di quel che restava del temibile esercito romano, in seguito alla guerra civile fra Bonifacio ed Ezio, conclusasi con una vittoria convulsa di quest'ultimo. Galla Placidia tenne sempre in ombra il figlio, incapace di imporsi, anche per via dell'influenza e dell'astuzia della madre. Tuttavia, Galla era più attenta alle questioni religiose dell'impero, piuttosto che al risolvere questioni di stato, sebbene governò saggiamente.
L' Augusta morì nel 450 a Roma, dove si era recata prima di spirare, in quanto volle rivedere la città eterna un'ultima volta, oltre che per parlare con il papa Leone, forse intuendo che quella papale era ormai diventata la carica più importante dell'Occidente. D'altronde il papato è a tutti gli effetti l'ultima carica romana ad essere ancora oggi esistente, dal momento che deriva da quella del pontefice massimo. Galla Placidia probabilmente venne sepolta nel Mausoleo onoriano con il piccolo Teodosio, avuto con il primo marito Ataulfo.
La storia di Galla forse si sarebbe potuta riassumere parafrasando il celebre proverbio secondo cui "Tempi difficili creano donne forti, donne forti creano tempi facili", ma il destino volle che i giorni più bui dell'impero fossero appena iniziati, a partire dal sanguinosissimo sacco di Roma, perpetrato dai Vandali nel 455 d.C.
Fonte principale: L'Italia dei Secoli Bui, Il Medio Evo sino al Mille; Indro Montanelli e Roberto Gervaso; BUR Rizzoli da mondadori Libri S.p.A.; Milano; 2021.
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