Come Scandivano il Tempo i Romani?

Alessandro Marini

13/11/23

Storia

Storia

 

Nell’antica Roma non esistevano gli orologi, quindi, per scandire il passare del tempo esistevano vari modi o strumenti, a volte molto precisi, altre volte meno. Iniziamo con il più scontato: seguire lo spostamento del sole. Ci si svegliava quando il sole sorgeva e si andava a dormire, tendenzialmente, dopo il tramonto. Quando il sole arrivava al suo picco, ossia a mezzogiorno, era un’ottima indicazione su che ora fosse. Il secondo è uno strumento molto più conosciuto e ancora oggi visibile in alcuni edifici o piazze cittadine, sebbene sia molto antico: la meridiana. A Roma vi erano una moltitudine di meridiane, ma la più grande la fece costruire Augusto. Era posta sul Campo Marzio ed aveva dimensioni notevoli, sessanta per centosessanta metri e l’asta che proiettava l’ombra non era niente meno che un obelisco giunto dall’Egitto. In ogni caso, erano molte le meridiane nella città dei cesari, si trovavano fissate su monumenti pubblici o nei giardini delle domus. Un altro metodo ingegnoso per sapere l’ora era quello dei quadranti. I quadranti avevano un diametro di appena tre centimetri e venivano chiamati “solaria”. I solaria erano come degli orologi da taschino, dal momento che venivano portati in giro dai proprietari. Tuttavia, tali meridiane portatili erano tarate per la latitudine di Roma e quindi inutili al di fuori. Fortunatamente per i Romani, vi era anche un metodo semplice ma intelligente, una sorta di clessidra, ma ad acqua. Tali orologi erano formati da due contenitori in vetro. Da quello soprastante cadevano ad intervalli regolari delle gocce d’acqua che finivano nel recipiente sottostante, su cui erano incise delle tacche e perciò, l’aumento del livello dell’acqua corrispondeva al passare del tempo. Esistevano anche versioni che suonavano ad ogni ora, una sorte di antenato dei più moderni orologi a cucù. In realtà, alcuni modelli lanciavano addirittura sassi o uova per “avvertire” il proprietario. Tale sistema aveva un grosso vantaggio rispetto ai precedenti, funzionava anche quando il sole era coperto dalla nebbia, o dalle nuvole, oltre che nelle ore notturne. In ogni caso, proprio per la mancanza di strumenti affidabili e precisi, gli orari erano indicativi e perciò i Romani si davano appuntamenti ad orari approssimativi e si capisce perché la società romana era meno rigida con chi arrivava in ritardo.

 

Fonte: Una Giornata nell’Antica Roma, Alberto Angela, Mondadori libri S.p.a., 2021, Milano.

 

Ti e’ piaciuta questa storia? Leggi un altro articolo interessante

Ti e’ piaciuta questa storia? Leggi un altro articolo interessante

Vai a tutti gli articoli