Città e Strade Medievali nel Cuneese


Alessandro Marini
18/05/23
Storia
Foto della secolare pieve di "Santa Maria in Bredolo"
Intorno all' XI e al XII secolo, nel basso Piemonte come in gran parte dell’Europa, le città di discrete dimensioni non erano molte. A ciò si deve aggiungere il fatto che nel basso Piemonte le strade romane principali erano quasi inesistenti, fatta salva la via Fulvia che collegava Pollentia a Dertona, collegando così la zona dell'attuale cuneese con il resto del Nord Italia. Uno dei punti di incontro fra mar Ligure, pianura Padana e le colline delle Langhe era il monte di vico, ossia il luogo su cui sorgerà verso la fine del XII secolo Mondovì. Infatti, la maggior parte degli itinerari che dal Piemonte raggiungevano la Liguria, transitavano proprio presso le terre su cui sorgerà la città di Mondovì e non è un caso. Le vie e le strade che nel Medioevo collegavano centri abitati, monasteri e passi montani, sopravvivono ad oggi nel nome di alcuni borghi, come Roà Marenca, dal momento che nel Medioevo Roà era un termine che stava ad indicare una strada. Tuttavia, grazie ai documenti del XII secolo, possiamo conoscere altri nomi di vie di comunicazione nel monregalese, come la Via Morozenga, la quale collegava Morozzo con le località più remote del suo circondario. Ricordiamo che Morozzo era il centro principale di un antico feudo. Inoltre, sarebbero esistite la via Sonia che collegava fin dall’epoca romana Augusta Bagiennorum con la città di Albenga e di conseguenza le altre città della Liguria come Vado Sabatia, il Senterium Romanisii, la via di Vasco, la via di Vico che collegava Vicoforte a Morozzo e un’altra strada marenca nei pressi di san Quintino a Mondovì e che si dirigeva verso Magliano. Il Monte di Vico, su cui sorgerà il primo nucleo di Mondovì, dista soli 5 chilometri dal luogo in cui sorgeva l'antica Bredolo, capitale di una contea molto estesa nell’Alto Medioevo e proprio a Bredolo viene attestata la presenza di un mercato già nel 1043 e di una fiera nel 1210. La presenza di una fiera è rilevante, dal momento che queste sorgevano lungo le principali vie di comunicazioni. La stessa cosa accadrà, qualche secolo dopo, per la secolare fiera della Madonna di Vicoforte. Ed è per tale ragione che il vescovo di Asti, feudatario del luogo, voleva conservare sotto il suo dominio il territorio strategico che stiamo esaminando. Va detto che il 1210 è una data simbolica per Mondovì, poiché è la data in cui vengono riconosciute dal Vescovo di Asti le consuetudini di Vico. I borghi e le città presenti nel monregalese nell’Alto Medioevo e nei primi secoli del Basso Medioevo sono molteplici, ma i più rilevanti erano oltre alle città di epoca romana come Ceva e Chiusa Pesio e alle già citate Bredolo, Morozzo e Vico, vi erano anche Carassone antico, la neonata Villanova Mondovì e i borghi montani di Montaldo, di Roburent, entrambe dotate di un castello fin dal XI secolo e Pamparato, la cui esistenza è già attestata ad inizio X secolo. È da menzionare la medievale Mons Fortis, oggi Monforte che insieme alla città di Bredolo e Morozzo, costituì per decenni il limes tra bizantini e Longobardi, ossia fino a quando Rotari non conquistò l’attuale Liguria. Tuttavia, solo Mondovì diverrà una città vera e propria, in quanto sede vescovile, raggiungendo nel Rinascimento i 25000 abitanti, facendone la più popolosa del Piemonte. Infine, è interessante la toponomastica delle città cuneesi del Medioevo. Per esempio, i nomi Carassone e Torre Mondovì indicano che questi centri sorsero nei pressi di un forte o di un castello, magari ridotto a villa, la stessa cosa che nel seicento succederà al castello di Montaldo. Parallelamente, un altro toponimo che si sviluppò in zona è “Rocha” ed oggi è riscontrabile in molti nomi di comuni della zona, come Roccasparvera o Roccaforte Mondovì. Quest'ultima deve il nome ad una fortificazione di cui oggi restano visibili solo i ruderi. La leggenda vorrebbe risalisse ad Adriano, ma è verosimile datarla ad un'epoca successiva. Infatti, a partire dal V secolo vennero edificati lungo l'arco alpino una serie di castelli, agli ordini di un comes e rientranti in un'ottica di controllo delle incursioni barbariche nella penisola italica, oltre a servire come rifugio per la popolazione dei villaggi che sorgevano nei pressi. Nel caso specifico di Roccaforte, l'antico centro romano dovrebbe risalire al I secolo a.C.
Fonte: Storia di Mondovì e del Monregalese le origini e il Duecento, a cura di Rinaldo Comba, Giuseppe Griseri, Giorgio M. Lombardi; Invece, per quanto riguardo l'ultimo periodo la fonte di riferimento è : Il Futuro dei Longobardi, a cura di Carlo Bertelli e Gian Pietro Brogiolo, Skira editore, Milano, 2000.
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