Bisanzio da Impero Latino a Greco


Alessandro Marini
11/08/23
Storia
Ricostruzione di una veduta di Costantinopoli
Sebbene i bizantini si siano, nel corso della loro storia, sempre considerati "re dei romani" e di conseguenza non riconobbero mai tale titolo ai sovrani del sacro romano impero, ma anzi, lo osteggiarono e provarono sempre forte irritazione nei confronti degli imperatori tedeschi. Tuttavia, con Eraclio, imperatore dal 610 al 641, nonché capostipite di una dinastia che rimarrà al comando di Costantinopoli per circa un secolo, verrà abbandonata la secolare cultura latina a favore di una più filogreca. Il primo cambiamento riguardò l'abbandono della lingua latina a favore di quella greca, a cui seguirono altri cambiamenti, come alcune denominazione di titoli nobiliari e amministrativi, in primis quello di basileus, invece degli antichi e latini titoli di imperator e augustus. L'ultimo sovrano cresciuto ed educato secondo un’istruzione interamente latina fu Giustiniano I il grande. Sotto il suo lungo governo vennero riordinate le innumerevoli e a volte contrastanti leggi in vigore nell'impero, oltre a promulgarne di nuove. Tali riforme diedero vita alla grandiosa opera del Corpus Iuris Civilis, una raccolta di norme che ancora oggi costituisce la base dei nostri ordinamenti giuridici. Inoltre, fu fautore del progetto di riconquista dei territori prima appartenenti all'Impero d'Occidente, la cosiddetta Restauratio Imperii. In più, Giustiniano riuscì ad espandere notevolmente i suoi domini, forse più di quanto poteva permettersi, annettendo le coste dell'Africa, parte del meridione della penisola iberica e l'Italia, quest'ultima in seguito ad una lunga e sanguinosa guerra con gli Ostrogoti, causandone lo spopolamento ed una sensibile riduzione di ricchezza. Il suo successore, Giustino II, benchè figlio della sorella, era di origine Tracia da parte del padre, mentre i due successori di quest'ultimo, Tiberio II e Maurizio, seppur sempre appartenenti alla dinastia giustinianea, anche se non per sangue, non ricevettero un'educazione latina, ma decisero comunque di conservare le antiche tradizioni legate a Roma.
Con la scelta di Eraclio di fare dell'Impero di Bisanzio un impero di lingua e cultura greca, si ebbe la conseguenza che I territori italici divennero niente di più di una provincia periferica, amministrata da ufficiali esterni. Tutto ciò, fece crescere le insofferenze verso il governo di Costantinopoli, specialmente nella Roma ormai papale, divenuta nei fatti autonoma durante l'VIII, quando l'autorità bizantina si affievolì e lo stato romano riorganizzò l'amministrazione della città e delle campagne circostanti, creò un piccolo esercito ed iniziò a stringere alleanze per conto suo con altri regni. Tuttavia, più di un secolo prima, ossia nel 663 Costante II, nipote di Eraclio, organizzò un'importante spedizione in Italia per restaurare il dominio bizantino, ma dopo essere stato sconfitto dai Longobardi, si recò a Roma. Fu l'ultimo Imperatore a risiedervi. Resosi conto che la città eterna non era più adatta a diventare capitale dell'impero, da cui partire per riprendere il controllo del Mediterraneo, spostò la capitale a Siracusa, ma nel 668, anche a causa dello spostamento della capitale, venne fatto uccidere da un servo all'età di soli trentotto anni. Con la sua morte si può definire terminato l'ultimo tentativo di rimettere al centro l'Italia e la sua cultura in quello che fu l'Impero romano d'Oriente.
Fonti: Giorgio Ravegnani, I Bizantini in Italia, Il Mulino, 2004, Bologna.
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